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Visualizzazione dei post da novembre, 2025

Ex Ilva, la crisi del Sud è una scelta di potere: ora serve ribaltare il tavolo

  Stato, finanza e grandi imprese trattano il Mezzogiorno come territorio da sfruttare e abbandonare. I lavoratori possono trasformare l’emergenza in un nuovo protagonismo collettivo, capace di rompere decenni di precarietà e marginalità. di Mario Garofalo La nuova crisi dell’ex Ilva, come tutte le sue crisi precedenti, appare come il risultato diretto di un modello economico che considera il Sud un serbatoio di manodopera sfruttabile e un territorio destinato a vivere tra incertezza, inquinamento e abbandono. Governi e gruppi finanziari discutono “piani di salvataggio” costruiti su criteri lontani dalle esigenze reali delle comunità, mentre migliaia di lavoratori del Mezzogiorno affrontano l’ennesima tempesta sociale e industriale. Il nodo è chiarissimo: lo Stato interviene al servizio del capitale, tutelandone gli interessi strategici e lasciando i lavoratori in una condizione di debolezza crescente. L’aumento del rating del debito pubblico viene celebrato come un trionfo, pur ra...

Bronte 1860: tra ribellione contadina e crisi delle nuove classi dirigenti

Bronte, luglio 1860. Nodo della storia meridionale. Nodo delle masse subalterne. La ribellione contadina parla chiaro: tensione tra aspirazioni popolari e debolezza delle nuove classi dirigenti. Cultura, economia, politica: senza integrazione, il blocco storico resta vuoto. I contadini conoscono la loro condizione. Agiscono secondo giustizia sociale. Le forze politiche emergenti inciampano nella loro logica. La subalternità organica si manifesta come attese, conflitti, rivendicazioni. Richiede guida, mediazione, intelligenza. La violenza esplode, ma rivela strutture antiche: proprietà fondiaria, rapporti feudali, dipendenze quotidiane, modelli culturali. Il pensiero dominante modella percezione di potere e giustizia. Garibaldi arriva con l’unità nazionale e la libertà politica. Ma l’egemonia borghese resta fragile, senza radicamento tra le masse. La spedizione appare forza esterna, coercitiva. Impone ordine politico. Non costruisce consenso morale. Non forma coscienza popolare. La repr...

La transumanza nel Mezzogiorno: potere, subalternità e continuità del dominio

di Mario Garofalo  La transumanza nel Mezzogiorno offre un quadro limpido di come economia, organizzazione sociale e potere siano andati avanti per secoli seguendo logiche dure e inflessibili. Durante la stagione borbonica i pastori garantivano ricchezza e sostegno all’intero sistema economico del Regno, mentre il trono esercitava controllo e pretendeva entrate consistenti. La Dogana di Foggia operava come un apparato fiscale implacabile, con tratturi sorvegliati da cavallari incaricati di verificare orari, percorsi e consistenza delle greggi. Ai pastori venivano richiesti lavoro, resistenza e precisione; in cambio ricevevano subordinazione, vincoli severi e margini stretti di autonomia. Il potere borbonico riduceva la transumanza a questione contabile, ignorando saperi, tecniche e tradizioni che caratterizzavano la vita pastorale. Il regno guardava al territorio come serbatoio di risorse, mentre comunità e cultura ricevevano attenzione trascurabile. La conseguenza fu un sistema ch...

Il Mezzogiorno senza veli: perché questo nuovo volume dei Quaderni Meridionali ci riguarda tutti

  ll Mezzogiorno senza veli: perché questo nuovo volume dei Quaderni Meridionali ci riguarda tutti C’è un vizio antico nel modo in cui il Paese guarda al Mezzogiorno: la tentazione di trasformarlo in un’immagine, un racconto consolatorio, un repertorio di luoghi comuni buoni per tutte le stagioni politiche. Il Sud come metafora, anziché realtà. Questo secondo volume dei Quaderni Meridionali nasce per smontare esattamente questo vizio, riportando la discussione sul terreno più difficile: quello dei fatti, dei processi, delle responsabilità. I contributi raccolti evitano ogni indulgenza e si distaccano dalle letture che presentano il Sud come vittima per definizione. Ciò che emerge è una geografia intricata di poteri, istituzioni, tensioni comunitarie, simboli identitari, conflitti sociali e trasformazioni economiche spesso lente e profonde. È un Mezzogiorno osservato dall’alto e dal basso, dentro le sue continuità secolari e le sue rotture improvvise. Un Mezzogiorno, soprattutto, re...

Il Sud tradito: l’Italia che si spezza tra Autonomia differenziata e nuova colonizzazione interna

di Natale Cuccurese  Il Sud oggi si dibatte fra Autonomia differenziata e sottrazione dei fondi del Pnrr e appare ancora una volta come una colonia depredata ed abbandonata.  Terra di conquista, di sfruttamento ed abbandono, che ha dato vita in passato a focolai di lotta e di rivolte contadine, movimenti di occupazione delle terre, per il salario, per il diritto al lavoro e alla casa, femministi, di conflittualità urbane lungo tutto il 900. Tutte immancabilmente rivoluzioni tradite. Il Mezzogiorno ha visto nella Storia italiana diverse fasi di cooptazione delle sue classi dirigenti dentro fasi di sviluppo asimmetriche funzionali alle varie modernizzazioni capitalistiche. Passando dalla disgregazione dell'antico regno col passaggio allo stato liberale, poi al fascismo, per poi passare alla Repubblica di stampo democristiano con le sue clientele utili al mantenimento dello status quo nel Mezzogiorno. Sono state tutte possibili rivoluzioni tradite, quelle che Salvemini definiva "...

Un poeta cilentano racconta l’Italia che nessuno vuole vedere

di Mario Garofalo L’Italia continua a correre dietro alla sua modernità di cartone, tutta luci, slogan e promesse miracolose. Ma nel frattempo, come sempre, una parte del Paese rimane inchiodata dove l’hanno lasciata: nel silenzio. Parlo del Sud vero, non quello da brochure turistica. Quello dei paesi appesi tra monti e mare, dimenticati da chi governa e anche da chi finge di farlo. E proprio da uno di questi angoli che la Repubblica considera “secondari” arriva un libro che, a sorpresa, mette in imbarazzo la narrativa ufficiale tutta sorrisi e progresso. Si intitola “Poi le scriverò (Ho ancora altre 10/12 cose da fare)”, firmato da Rosalbo Bortone, poeta e artista cilentano che non frequenta salotti, non partecipa ai festival, non fa la star sui social. Il libro esiste solo perché il figlio Innocenzo ha deciso che non andasse perso. E già questo basterebbe a far capire in che Paese viviamo. Dentro quelle pagine c’è un’Italia che nessuno vuole vedere. L’Italia dei lavori scomparsi, del...

Antonio Bianco: “Il Sud non chiede assistenza, ma giustizia”. La Campania come specchio del Mezzogiorno: tra diseguaglianze, evasione fiscale e una questione irrisolta che interroga l’intero Paese

Editoriale di Mario Garofalo   Parlare oggi del Mezzogiorno significa ancora fare i conti con un Paese diviso. Ogni stagione politica promette svolte, piani di rilancio, nuovi fondi e opportunità. Ma dietro le parole restano i numeri: meno investimenti, meno servizi, meno fiducia. Il Sud continua a essere considerato una parte da sostenere, non una risorsa strategica per l’Italia intera. Eppure, il Mezzogiorno non manca di energie, intelligenze o talento. Manca piuttosto un sistema capace di riconoscerne il valore e di garantire pari condizioni di sviluppo. È una questione di giustizia, prima ancora che di economia. Nel contributo che segue, Antonio Bianco affronta con rigore e passione il caso della Campania, osservandolo nel contesto delle prossime elezioni regionali. Ma la sua analisi va oltre l’attualità politica: tocca il cuore della Questione Meridionale, quella frattura storica che continua a segnare la vita economica, sociale e civile del Paese. Disparità nella spesa pubbli...

Il giorno in cui la piazza divenne pensiero (Note sul moto di Isernia del 1857)

Mario Garofalo per “Controsud” – Serie: Sud e coscienza civile Ogni collettività subalterna attraversa un passaggio in cui l’istinto diventa consapevolezza. In quel punto la storia smette di essere peso e si trasforma in direzione. A Isernia, nel luglio del 1857, durante la festa di Sant’Anna, questa metamorfosi prese forma concreta. Una piazza della città, abitualmente spazio di mercato e di preghiera, si fece officina politica. Il popolo contadino, spinto dal dazio sul vino, comprese che la propria fatica derivava da rapporti costruiti dagli uomini, piuttosto che da una fatalità. In quell’attimo, la storia entrò nella vita quotidiana come coscienza collettiva. Il dazio sul vino rappresentava la pedagogia del dominio. Ogni tassa imposta dall’alto educa chi comanda alla certezza della propria autorità e chi lavora alla docilità dell’obbedienza. Colpire il vino significava riaffermare la distanza tra chi produce e chi dispone. Per il mondo contadino, il vino incarnava la misura del lavo...

Dalla rivoluzione borghese alla crisi della democrazia: il popolo ancora escluso

  di Mario Garofalo  L’Italia contemporanea discende da una rivoluzione rimasta sospesa. Le bandiere sono cambiate, i linguaggi della politica si sono moltiplicati, tuttavia la sostanza del potere continua a riprodursi identica. Oggi come ieri, il popolo vive ai margini della storia. La borghesia liberale di un tempo si è trasformata in classe tecnocratica: manager, banchieri, élite mediatiche che governano senza ascolto e senza legame con chi lavora, giustificando il dominio con le parole d’ordine della “modernizzazione” e dell’“Europa”. Il Mezzogiorno, antico laboratorio dell’ingiustizia, resta terreno di esperimenti sociali ed economici imposti dall’alto. Al posto dei latifondi sorgono call center e piattaforme digitali; le campagne di un tempo si trasformano in distretti logistici dove la precarietà regna come legge. La terra è passata dalle mani dei baroni a quelle dei fondi finanziari, il lavoro dal sudore contadino alla flessibilità imposta dal mercato globale. Il g...

La nuova centralità della questione meridionale – Intervento di Ferdinando Dubla (2004

  Nel dicembre del 2004, a Taranto, in uno dei quartieri che più hanno pagato sulla propria pelle gli errori e le omissioni della politica nazionale, si tenne un dibattito sulla questione meridionale. In quell’occasione lo storico Ferdinando Dubla propose una lettura che, pur maturata vent’anni fa, conserva oggi una sorprendente attualità. Non indulgeva in consolazioni, né in astrattezze: metteva in fila i fatti, le responsabilità, le strutture economiche che hanno prodotto e continuano a produrre un Sud subordinato. Era un’analisi severa, come deve essere ogni analisi che voglia servire non a illudere, ma a chiarire. Riproponiamo qui integralmente il suo intervento, affinché ciascuno possa misurare quanto poco sia cambiato il cuore del problema e quanto, ancora oggi, la questione meridionale continui a essere terreno su cui si giocano il destino democratico e civile dell’intero Paese. La nuova centralità della questione meridionale La questione meridionale è anche questione...

Verso un blocco storico meridionale: autonomia e valorizzazione

Di Mario Garofalo Il Mezzogiorno d’Italia rappresenta un caso paradigmatico di subalternità strutturale. Fin dall’Unità, il Sud è stato trattato come una colonia interna, subordinato al Nord dal punto di vista economico, politico e culturale. Le sue risorse, il lavoro e i mercati sono stati sottratti allo sviluppo locale, mentre la borghesia meridionale ha mantenuto una debolezza che ha impedito la costituzione di un blocco storico autonomo. La marginalizzazione del Sud emerge come il risultato di una egemonia storica: le strutture di potere hanno imposto rapporti di subordinazione che si sono sedimentati nelle coscienze, producendo una cultura di dipendenza e subalternità. L’agricoltura orientata al mercato del Nord, la scarsità di infrastrutture e il ritardo nello sviluppo industriale evidenziano come la subalternità derivi da scelte storiche e strutturali. La trasformazione del Mezzogiorno richiede una rottura dei rapporti coloniali interni, realizzabile attraverso la costruzione di...

Appunti sulla Questione Meridionale

di Mario Garofalo  La questione meridionale non nasce dall’Unità d’Italia come per magia o improvviso accidente storico, ma si manifesta come esito di rapporti di forza e strutture sociali sedimentate da secoli, laddove le classi subalterne hanno subito, nella loro vita concreta, l’esclusione dai mezzi di produzione, dalla possibilità di organizzarsi e di incidere sulle decisioni collettive; e così, quando il Sud diventa parte di un nuovo organismo statuale, ciò che prima era locale, specifico e parziale si rende visibile come problema nazionale, mostrando la distanza tra chi detiene il potere e chi vive la realtà materiale quotidiana. È questa distanza, questa assenza di strumenti di rappresentanza, che costituisce la radice della questione, più ancora delle condizioni materiali di arretratezza o di povertà, perché senza la possibilità di farsi soggetto storico, di tradurre la conoscenza dei mali sociali in pratica politica ed etica, l’analisi stessa resta sterile, astratta, incap...

Samin Amin, Hosea Jaffe e il colonialismo interno: il Meridione post-unitario come laboratorio di subordinazione

di Mario Garofalo  Il Meridione d’Italia, nel periodo immediatamente successivo all’Unità nazionale, costituisce un esempio emblematico di come la storia politica ed economica possa trasformare un territorio produttivo in una periferia interna, sottoposta a logiche di subordinazione sistemica. Osservare questa realtà attraverso le lenti di Hosea Jaffe e Samin Amin permette di comprendere le strutture profonde che hanno determinato il ruolo del Sud nel nuovo Stato italiano. La consueta lettura culturalista, che attribuisce il sottosviluppo a presunte caratteristiche antropologiche o morali dei meridionali, risulta fuorviante, poiché oscura i meccanismi concreti di dominio e sfruttamento che hanno prodotto e consolidato la perifericità del Mezzogiorno. Samin Amin introduce il concetto di “scambio ineguale”, secondo cui le regioni periferiche cedono materie prime e lavoro a basso costo ai centri industriali, i quali accumulano ricchezza e potere, consolidando la propria posizione cent...