Di Mario Garofalo
Il Mezzogiorno d’Italia rappresenta un caso paradigmatico di subalternità strutturale. Fin dall’Unità, il Sud è stato trattato come una colonia interna, subordinato al Nord dal punto di vista economico, politico e culturale. Le sue risorse, il lavoro e i mercati sono stati sottratti allo sviluppo locale, mentre la borghesia meridionale ha mantenuto una debolezza che ha impedito la costituzione di un blocco storico autonomo.
La marginalizzazione del Sud emerge come il risultato di una egemonia storica: le strutture di potere hanno imposto rapporti di subordinazione che si sono sedimentati nelle coscienze, producendo una cultura di dipendenza e subalternità. L’agricoltura orientata al mercato del Nord, la scarsità di infrastrutture e il ritardo nello sviluppo industriale evidenziano come la subalternità derivi da scelte storiche e strutturali.
La trasformazione del Mezzogiorno richiede una rottura dei rapporti coloniali interni, realizzabile attraverso la costruzione di un blocco storico meridionale. Ciò comporta autonomia produttiva, valorizzazione delle capacità locali e rigenerazione del capitale sociale e culturale. In questo modo il Sud afferma la propria egemonia culturale ed economica, emancipa le forze locali e contribuisce a una nazione realmente unita, in cui sviluppo e giustizia sociale si distribuiscono equamente.

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